Come dicono gli inglesi: "Il diavolo si annida nei dettagli"

La Costituente Liberaldemocratica

Le analisi politiche apparse ieri sul nostro giornale meritano approfondimenti, chiarimenti e alcune osservazioni.

Senza bisogno di citare Papa Francesco (da non confondere, come qualcuno fa, con il Francesco che ha guidato fino ad oggi il Partito Repubblicano Italiano), possiamo tranquillamente affermare che l’Italia è sfregiata. Sfregiata non per un accidente della Storia né dalla casualità di eventi disastrosi, ma dall’insipienza di una classe dirigente, le cui maggiori colpe vanno addebitate alla classe politica tutta.

Collura sostiene, a mio avviso a ragione, che, prima di guardare in casa d’altri (partiti s’intende), è bene guardare in casa propria, tuttavia egli stesso si limita a guardare solo in casa del centro-destra.

Lo si capisce, e non bisogna inoltrarsi in paralleli che allo stato non interessano (o almeno dovrebbero interessare poco), i Repubblicani.

E’ abbastanza chiaro, e non poteva essere altrimenti, l’obiettivo del progetto liberaldemocratico. Un progetto condiviso all’unanimità.

Evidentemente nel PRI si è inserito il tarlo della peggiore "democristianeria". Contrariamente alla nostra storia e alla nostra cultura, si afferma una cosa e se ne sostiene il contrario.

Il problema nasce quando un giovane, chiunque esso sia, dice di essere "metà" democristiano, e invece lo è per intero.

Dunque non c’entra nulla l’assalto al Palazzo d’Inverno! Il Palazzo è vuoto: non c’è nemmeno un soldato a difendere le vuote stanze appartenenti a uno zar mai esistito.

La preoccupazione di essere fuori dal Parlamento è legittima ed è doverosa. Bisogna ricordare però che nella secolare storia del PRI ci sono state assenze dal Parlamento per volontà propria (vedi Mazzini e altri) o per volontà e killeraggio altrui (vedi il fascismo).

I Repubblicani sono sempre risorti come Cristo, a proposito di Papa Francesco…

Sono risorti perché animati da un’idealità tra i più ormai scomparsa. La lotta per l’affermazione delle idee all’interno del nostro "atomo" si è trasformata in lotta alle persone. Bisognerebbe ricordare quel che disse Ugo La Malfa al Congresso del 1978: "le persone passano, il Partito resta".

Può rimanere questo Partito Repubblicano?

Può costruire un progetto politico e su di esso impiantare una battaglia corale dal più profondo Sud fino alle Alpi? Purtroppo questo spirito non c’è più e nelle zone a più forte radicamento storico del repubblicanesimo si va alla ricerca del "partito che non c’è".

Collura s’intestardisce, e lo diciamo in senso positivo, sul progetto liberaldemocratico, che, secondo i molti deliberata degli organismi repubblicani, talora all’unanimità e talora con documenti diversi (ma che sul punto dicevano la stessa cosa), dovrebbe essere la stella polare del nostro futuro.

Sono pochissime le regioni che hanno tentato di calare sul territorio la Costituente Liberaldemocratica. E allora? Bisogna insistere? I nuovi organismi dirigenti che sortiranno dal prossimo Congresso Straordinario sposeranno queste tesi o saranno alla ricerca di nuovi o vecchi accomodamenti?

E i giovani virgulti saranno capaci di leggere qualche libro, anziché cercare invano su twitter o facebook o quant’altro una irraggiungibile cultura?

Ci sarebbe di che avvilirsi quando sulla rete si legge che il PRI dovrebbe fare, come il PD, le proprie riunioni in streaming. Visti i risultati ottenuti dal PD con i grillini, sarebbe più opportuno stare alla larga da certi vacui palcoscenici.

Nessuno ha bisogno di consigli in un Partito, qual è il nostro, dove tutti sono scienziati della politica, dove tutti sanno tutto e anche il suo contrario!

Un’ultima osservazione: il dissenso va benissimo, alimentare la minoranza va altrettanto bene. Tuttavia, visti i risultati conseguiti in questi anni, sarebbe bene che i prossimi dirigenti portino avanti le linee politiche che gli organismi congressuali decideranno anche a maggioranza, e poi procedano alle potature necessarie, affinché quelle decisioni siano patrimonio imprescindibile di tutto il PRI. A breve potrebbe verificarsi un rimescolamento epocale nella classe politica italiana. I Repubblicani non giungano impreparati alla "rivoluzione" che niente e nessuno potrà fermare: è sufficiente fare un’analisi dei fatti che stanno sotto gli occhi di tutti.

Complimenti a Collura per l’analisi generale; ricordiamo però che il diavolo si annida nei dettagli.